Lolita di Valdimir Nabokov

“Era Lo, semplicemente Lo, retta sul metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita”.

Cosi Vladimir Nabokov fa parlare Humbert Humbert un professore di lettere sulla quarantina, che dopo essersi trasferito in America, si innamora di una bambina di dodici anni, con la quale inizia una relazione forzata.

“Ninfetta” le definisce: donne seducenti nel corpo di bambine.

“Pedofilia”la definiremmo noi.

Ossessione, manie di controllo, violenza e disturbi psichici e infine sofferenza.

Mr H.Humbert racconta la sua storia in prima persona; lui sa che tutto quello che ha fatto è ingiustificabile ma lo racconta per farci capire che le sue intenzioni non erano quelle di un mostro.

Era in visibilio per una coscia nuda, per un sorriso accennato, per un raggio di sole che illuminava la spalla nuda; per questo motivo non riusciamo ad odiarlo.

Entri nella sua mente e quasi lo giustifichi anche se provi ribrezzo per quello che stai leggendo.

Mr Humbert, dopo una serie di eventi a suo favore, ha vagabondato con Lolita in cerca di un paradiso d’amore.

Un’illusione presto svanita perché la piccola Dolores, che in quest’uomo aveva visto il padre che non aveva mai avuto, ora vede solo il volto di un molestatore e riesce a scappare.

Le ultime pagine del libro sono una vera e propria scarica di adrenalina e per questo, quando leggi la conclusione, ti viene da piangere per la tensione accumulata.

Personalmente sono stata trasportata dalla vicenda e meravigliata dalle descrizioni minuziosamente dettagliate della piccola Lo; ma non è un romanzo semplice, non è semplice neanche parlarne : per questo mi fermo qui.

Lascio a voi, se lo leggerete, altre considerazioni.

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3 commenti

  1. Bellissimo questo libero!!!

    1. Grazie mille 🩷 anche io lo trovo bellissimo

  2. Bellissimo questo libro!!!

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